Monte delle Forbici

Valmalenco
Provincia di Sondrio

Località di partenza: Campomoro (frazione di Lanzada)
Altezza meta: 2910m
Difficoltà: E
Tempo indicativo del percorso (andata): 2h 30'
Rifugio sul percorso: Carate Brianza


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Gira che ti rigira in Valmalenco ci si torna sempre più che volentieri :)
...quella di oggi però non è solamente una semplice scampagnata tra amici, ma
è l'occasione per festeggiare un vecchio e caro amico che a breve si sposerà!


Partiamo dalla Brianza ad un orario comodo per raggiungere la Diga di
Campomoro (Comune di Lanzada) verso metà mattina. Le giornate sono
ancora lunghe e noi non abbiamo fretta: "quando arriviamo arriviamo!"

Parcheggiamo le auto nei pressi del Rifugio Zoia, la nostra base di partenza.
Ci prepariamo e iniziamo a camminare in direzione del Rifugio Carate Brianza.
Superiamo la Diga e, dopo esserci abbassati di qualche metro fino alla sua base,
risaliamo su comodo sentiero il versante della montagna che ci appare di fronte. 


Nella foto sopra a sinistra:
Diego, Alberto, Dario, Alessandro, il festeggiato Matteo ed io.


La prima parte del tracciato si snoda all'interno di un bosco di conifere,
caratterizzato da notevoli tornanti e piacevoli balconate sul panorama cir-
costante. Sopra una veduta della Diga di Campomoro e del Pizzo Scalino.


Usciti dal bosco il sentiero spiana e si fa più tranquillo. Davanti ai
nostri occhi compaiono il Monte delle Forbici, la meta della giornata,
e poco più in basso, a ridosso del colletto, il Rifugio Carate Brianza.


La giornata è fantastica! Il cielo è terso, c'è silenzio e la temperatura è
di quelle giuste. Si ride, si scherza e intanto si sale, guadagnando ter-
reno sui "Sette sospiri", i dossi montuosi che conducono al Rifugio.


A causa dell'allenamento differente, non è semplice riuscire a tenere tutti
lo stesso passo e inevitabilmente tra di noi si creano dei distacchi. I primi a
giungere al Carate siamo io, Alessandro e Diego. Poco più tardi arriva Matteo
che, nonostante non si senta stanco, preferisce fermarsi e aspettare Dario e
Alberto. Matteo è certo che anche loro due non proseguiranno verso la cima
del Monte delle Forbici così ci consiglia di continuare senza problemi. Ci diamo
appuntamento a un'ora più tardi al Rifugio, per festeggiare insieme l'addio al
celibato del futuro sposino e a rifocillarsi a dovere con le gustose pietanze locali.


Dopo qualche minuto di pausa ci rimettiamo quindi di nuovo in marcia.
Il cartello escursionistico indica  "50 minuti" per la cima. La traccia da
seguire svolta a sinistra, risultando sempre ben evidente. Si sale a zig-zag
tra roccette e sfasciumi, incontrando anche qualche rimasuglio di neve.



Nonostante l'aspetto severo che la montagna trasmette, non
vi sono punti esposti o pericolosi lungo il percorso di salita.

Il paesaggio cambia nuovamente risultando lunare.


Alla nostra destra appaiono nuove vette tra cui il Pizzo Bernina (nella foto
sopra a sinistra). Con una zoommata verso il plateu dell'anticima, riusciamo
a scorgere il Rifugio Marco e Rosa (nella foto sopra a destra), importante
punto di appoggio per chi vuole salire la montagna dal versante italiano.


Tra meraviglia e incredulità, visti i tempi riportati sul cartello
a inizio percorso, dopo soli 30 minuti di cammino ci ritrovia-
mo a calpestare i 2910m di altezza del Monte delle Forbici.


Nella foto sopra a sinistra: Diego, io e Alessandro sopra la croce di vetta.
Nelle seguenti  tre immagini: il Pizzo Scalino in secondo piano, il Monte
Disgrazia e il Gruppo del Bernina con Roseg, Scerscen, Argient e Zupò.



La bellezza del luogo e la pace che qui si gode è incantevole ma
abbiamo un impegno da rispettare. Gli amici ci stanno aspettando!
Non perdiamo troppo tempo e iniziamo a scendere verso il Rifugio.


Siamo di nuovo tutti insieme e possiamo ora dedicarci al cibo, al bere
e a festeggiare con goliardia Matteo! Il tempo passa velocemente, sino-
nimo che si sta bene. C'è allegria, felicità, spensieratezza, semplicità,
quello di cui avremmo sempre bisogno per vivere bene. Con il sorriso.

Non era ne il pranzo nuziale, ne una prova, ma a vedere
l'ora che ci siamo alzati dal tavolo poteva anche sembrare!


Dopo aver ringraziato i rifugisti per gli ottimi piatti portati e per l'ospitalità,
iniziamo la discesa per il ritorno a casa. Le luci e i colori si fanno più caldi
mostrandoci l'ambiente in una chiave diversa, ai nostri occhi magnifica.


Arriviamo alle auto poco prima del tramonto, come
se la cosa fosse studiata a tavolino e come se il sole,
anch'esso nostro compagno di gita, ci volesse salutare.